Il Dilemma dell’Insegnante: Spendere o Non Spendere per il Software?

Un’analisi attenta dei pro e dei contro, con un pizzico di saggezza.
Ieri ho rincontrato una collega che mi ha parlato di una interessante piattaforma di AI (di cui parlerò presto in un altro articolo) e per la quale ritiene ragionevole investire 80 euro l’anno in virtù degli enormi vantaggi che offre per il suo lavoro di docente di inglese.
Ho riflettuto sulle sue considerazioni e mi sono chiesto se per alcuni docenti questo non sia un vero dilemma a volte: investire una piccola parte del proprio stipendio in software che potrebbero semplificare il lavoro, o risparmiare quei soldi per altre esigenze? Non dovrebbe essere tutt’al più la scuola a fornire al docente gli strumenti necessari al suo lavoro?
Sebbene lo stipendio degli insegnanti non sia certo dei più alti, alcuni scelgono di investire in software che li aiutano a risparmiare tempo ed energie. Altri, invece, ritengono che non sia giusto spendere soldi propri per strumenti di lavoro.
In questo articolo cercheremo di capire quando e come l’acquisto di software possa essere considerato un investimento ragionevole per un insegnante.
Software per Ogni Esigenza
Quasi tutte le scuole ormai, tra registro elettronico e piattaforma cloud (come Google Workspaces o Mircrosoft) offrono accesso al docente a queste tipologie di applicazioni:
- Software per la creazione di lezioni: Questi programmi permettono di creare presentazioni, quiz, esercizi interattivi e altri materiali.
- Software per la valutazione degli studenti: Esistono software che permettono di correggere i compiti in modo automatico, di creare rubriche di valutazione e di monitorare i progressi degli studenti.
- Software per la comunicazione con i genitori: Il classico registro elettronico.
I software appena elencati, però, da soli non sono sufficienti, infatti spesso è necessario integrarli con una pletora di altre applicazioni:
- Software per l’interconversione o la modifica di particolari tipi di file: Un esempio è la necessità di modificare un file in PDF o di convertire da PDF o in PDF qualche altro documento; un altro esempio è Camscanner (o simili) per la scansione rapida di documenti cartacei.
- Software per la creazione di particolari esercizi interattivi: Le tipologie di esercizi consentiti dalla piattaforma cloud della scuola sono a volte limitate e alcuni insegnanti ricorrono ad altri software (i primi esempi che mi vengono in mente sono Kahoot! e Panquiz – di cui parlo in questo articolo -).
- Software per le presentazioni: A volte gli insegnanti ricorrono a software per le presentazioni più accattivanti, come Canva.
- Software per il Sostegno a Studenti con Bisogni Speciali: Qui si apre un mondo di possibilità, anche in virtù delle particolari esigenze dei propri alunni con BES.
- Software specifici per alcune discipline: Ci sono software utili ad esempio per le lingue oppure per la tecnologia e il disegno tecnico, ecc.
L’acquisto di software può sembrare un costo aggiuntivo, ma a lungo termine può rivelarsi un investimento proficuo in termini di tempo risparmiato, di organizzazione e di efficienza.
Un Equilibrio Ragionevole
Investire in alcuni (selezionati) software che ci aiutino a lavorare meglio e a risparmiare tempo è, secondo me, una scelta saggia, ma è importante farlo con equilibrio e ponderazione. Non è necessario acquistare tanti software disponibili sul mercato, ma solo quelli strettamente necessari a costruire un “coltellino svizzero” completo per le nostre esigenze; un pacchetto, insomma, per ottimizzare le operazioni più frequenti che compiamo e costruire un ambiente di lavoro confortevole e “rodato”.

Vediamo alcune considerazioni importanti per iniziare a dotarci degli strumenti opportuni:
- Valutare se il software è acquistabile in abbonamento o prevede un acquisto UNA TANTUM: Moltissimi software che NON utilizzano l’Intelligenza Artificiale sono acquistabili con un unico pagamento e licenza a vita. Un esempio può essere un software di editing di PDF: se ci allontaniamo dal blasonato ADOBE ACROBAT PRO, esistono, appunto, competitor che prevedono una licenza perpetua. Viceversa molti altri software famosi o che prevedono funzioni IA offrono abbonamenti mensili che sono, per noi insegnanti, più indigesti (le aziende che propongono app di IA devono necessariamente, per sostenere i costi, proporre abbonamenti).
- Scoprire software che possono aiutarci: Alcuni siti web (come quello della nostra community ma non solo), alcuni youtuber, o colleghi appassionati di tecnologia, possono farci scoprire delle applicazioni che facilitano il nostro lavoro. Ad esempio una collega che, da sempre, apre sempre 1000 schede del browser web nel corso delle sue ricerche è entusiasta dell’app Pocket che ho proposto in un precedente articolo; mentre, recentemente, un collega di tecnologia mi ha fatto scoprire TinkerCad, che, ora, utilizzo abitualmente per spiegare la geometria solida.
- Testare alternative free: non è sempre detto che non esistano alternative gratuite ma comunque adeguate alle nostre esigenze, forse aspettano solo di essere scoperte!
- Provare le versioni demo: Molti software a pagamento offrono versioni di prova gratuite, che permettono di testarne le funzionalità prima di procedere all’acquisto.
Naturalmente rispetto il punto di vista di chi non ritiene giusto spendere i propri soldi in strumenti che, forse, dovrebbe essere la scuola a garantire, tuttavia, secondo me, investire in alcuni software che ci semplifichino il lavoro è un po’ come investire in una comoda agenda o in un buon paio di occhiali: è un investimento che, a lungo termine, si ripaga in termini di tempo risparmiato, di stress ridotto e di maggiore soddisfazione professionale. Personalmente mi sono dotato di un corposo “coltellino svizzero” di software, ma ahimé, avendo la passione di sperimentare e scoprire cose nuove, è sempre in continua evoluzione! 😀
Conclusione
In definitiva, la scelta di investire o meno in software per l’insegnamento è una decisione personale.
Valutando attentamente i pro e i contro, e scegliendo con saggezza, si può trasformare questa spesa in un investimento redditizio per il proprio tempo, per la propria organizzazione e per il proprio quotidiano lavoro di insegnante.
Concordo con te, Mario, e spero che questo dialogo avviato con te possa dotarmi delle conoscenze giuste per ‘costruire e arricchire’ a ragion veduta il mio coltellino svizzero!